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Storia della Fondazione

Il 19 luglio 1928 muore nella sua casa di Cologne Angelo Martinelli. Di lui forse oggi pochi ricorderebbero anche 11 nome se non fosse per il gesto di straordinaria generosità da cui ebbe origine molto bene per la comunità di Cologne: la casa di riposo "Martinelli - Granata - Piantoni". Ventidue giorni prima di morire, infatti, il 27 giugno 1928, il Commendator Angelo Martinelli, magistrato, Consigliere della Corte d'Appello di Brescia, con testamento olografo pubblicato a rogito del notaio Dott. Peri di Rovato istituiva erede universale del proprio patrimonio il Comune di Cologne, con l'obbligo di realizzare un ente a favore degli anziani.
Angelo Martinelli è nato a Cologne da Giuseppe e Granata Maria 1'8 luglio del 1840. Nel 1858 consegue la maturità al Regio Ginnasio Liceale di Bergamo e, nel 1862, si laurea in giurisprudenza presso l'università di Pisa. Tre anni dopo prende avvio il suo impegno nella magistratura come Uditore Giudiziario addetto alla Corte d'appello di Brescia e via via, attraverso tutti i gradi successivi nelle diverse sedi giudiziarie, concluderà la sua carriera come Consigliere della Corte d'Appello di Brescia. Carica a cui fu nominato nel 1897 e che eserciterà per 13 anni fino quando, nel 1910, verrà collocato a riposo. Nel corso della sua carriera ottiene anche diverse onorificenze, ed in particolare, nel 1894 è nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e, nel 1910, Commendatore dello stesso ordine.
Al termine della sua carriera in magistratura si ritira a Cologne dove vive solo, vedovo e senza figli, dedicandosi all'amministrazione delle sue proprietà.
Mentre la sua storia professionale ed in qualche modo pubblica è molto ben documentata, della sua vita privata oggi non si conservano molte notizie. La sua famiglia non ha origini colognesi; essa si trasferì da Calcio (BG) l'anno dopo la nascita del padre Giuseppe (1793) le cui vicende sono ben note e documentate.
Allo stesso modo non si hanno notizie certe e documentate in ordine alle motivazioni ed al modo in cui matura la decisione di lasciare tutto il patrimonio in eredità al Comune di Cologne. Nel testamento non compare alcuna spiegazione in merito. Il testo olografo depositato dal notaio Peri di Coccaglio, infatti, è molto breve ed essenziale. Contiene esclusivamente l'esplicitazione della volontà del Martinelli di lasciare tutte le sue sostanze al Comune di Cologne affinchè provveda ad "attuare una istituzione per la vecchiaia". Nulla vi si legge circa i motivi di tale scelta e nemmeno vi è alcuna indicazione a proposito della modalità e delle caratteristiche secondo cui tale istituzione deve essere costituita. Vi è solo qualche raccomandazione a proposito dell'obbligo di ammettere a tale istituto i propri parenti ed, in qualità di direttrici, le proprie serventi Giulietta Piantoni e Giulia Bianchi. Le notizie rintracciabili anche in modo indiretto - attraverso testimonianze ed altri documenti - suggeriscono che alla base di questa decisione possano esserci diversi fattori, tra cui in primo luogo il desiderio di lasciare un segno di sè attraverso un'opera benefica per tutta la comunità e, dall'altro, l'assenza di rapporti particolarmente stretti e soddisfacenti con i parenti più prossimi. Ma sono soltanto letture ed intepretazioni postume, poco più che deduzioni che si aggiungono alle più diverse interpretazioni che nel tempo sono state esercitate sulle ultime volontà del Martinelli. Ciò che è certo ed inequivocabile nel testo olografo è la volontà di costituire un'opera benefica per la vecchiaia e di affidare al Comune di Cologne la realizzazione di questa volontà.
Tale intenzione poi, senza per altro che ne siano noti i motivi, è ribadita in un successivo codicillo redatto dieci giorni dopo, in cui il Martinelli riafferma la propria volontà.
Cercando di ricostruire le vicende che accompagnarono il lascito del Comm. Martinelli va segnalato come le sue volontà testamentarie non solo rappresentarono un gesto molto significativo per l'intera comunità di Cologne, ma suscitarono anche qualche sorpresa. Al di là del fatto che alcuni familiari chiesero l'annullamento del testamento per presunta infermità mentale del Martinelli5, pare infatti che tale volontà benefica non fosse nota né attesa, se non per le poche persone direttamente interessate dal Martinelli stesso, tra le quali - in modo influente - la nominata Piantoni Giulietta. Non che gesti di questa natura fossero del tutto inusuali in quell'epoca. Va però sottolineato come la decisione di destinare tutto il proprio patrimonio per costituire un'istituzione a favore della vecchiaia rappresentasse per Cologne un evento di rilievo portata eccezionale, anche se non una novità in senso assoluto. Come preciseremo tra poco, infatti, il primo cittadino colognese a lasciare tutto il suo patrimonio in beneficienza affinc è si realizzasse una istituzione per l'assistenza degli anziani RI il signor Giulio Piantoni, nel 1918. L'intenzione del Martineli si rivelò in ogni caso assai feconda non soltanto considerando le situazioni di bisogno e di necessità assai diffuse in quel momento, ma anche e soprattutto per ciò che questo ha consentito di sviluppare nel corso degli anni. Il fatto che tale volontà generosa ed altruista sia maturata nel silenzio e nella riservatezza rende il gesto ancora più nobile e meritorio.

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